venerdì 23 aprile 2010

Videocrazy e l'Italia messa in scatola

Erik Gandini, di origini italiane ma da vent’anni in Svezia, guarda alla nostra televisione per scattare una radiografia dello stato di (non) salute dell’Italia, guardandola con gli occhi ormai dello straniero che vede cose dall’altro mondo, da film di fantascienza.

Videocracy è un film su Silvio Berlusconi? Direttamente sì, ma indirettamente non solo. E’ un film che tenta di esplorare la situazione odierna del nostro belpaese incominciando il tutto dall’avvento della televisione commerciale, con il primo quiz tv con interazione con il pubblico da casa che, telefonando, poteva far spogliare una donnina.

Censura

Censura. A pochi giorni dal via del Festival di Venezia scoppiava la polemica attorno al discusso e atteso film sul potere in Italia delle televisioni negli ultimi 30 anni e su colui, che da almeno due decenni, direttamente o indirettamente ne muove i fili, Silvio Berlusconi. Ebbene in casa Rai, clamorosamente, si sono rifiutati di mandare in onda il trailer del film, in uscita nelle sale il 4 Settembre e prodotto da un Domenico Procacci che si dice sconcertato.

Queste le sue parole: Come sempre abbiamo mandato i trailer all’AnicaAgis che gestisce gli spazi che la Rai dedica alla promozione del cinema. La risposta è stata che la Rai non avrebbe mai trasmesso i nostri spot perché secondo loro, parrà surreale, si tratta di un messaggio politico, non di un film. Una delle motivazioni che mi ha colpito di più è quella in cui si dice che lo spot veicola un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo” perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi, ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò “l’Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità. Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re. Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come “Viva Zapatero” o a “Il caimano”, che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l’Italia è cambiata, conclude Procacci.

Ecco l'immagine del documento in cui la Rai rifiuta di trasmettere lo spot del film:


Clicca sulla foto per vederla in dimensioni originali

Incredulo lo è anche con buona ragione il regista del film Erik Gandini, in una breve intervista esprime le sue considerazioni:





Il Film

Sono molte le scene durante la visione del film che possono lasciare gli spettatori sconcertati e increduli quella che vi propongo è una delle tante nella quale si vede Lele Mora, celebre agente dei “vip” di casa nostra nel suo ‘ambiente’, nella sua casa dei sogni, nella “Casa Bianca” della Costa Smeralda, aperta a Gandini, con tanto di clamorosa confessione finale. Sì perchè Lele Mora non è semplicemente grande amico di Silvio Berlusconi, ma anche un Mussoliniano d.o.c., tanto da mostrare e far ascoltare un inno fascista, con sconcertante sorriso d’orgoglio





Io personalmente ho visto il film poche ore fa e ho sentito il bisogno di inserire questo post in quanto mi sembrava fosse quasi d' obbligo.
Questo è un film a mio avviso diretto da un grande regista perfetto nella fotografia, nella descrizione dei personaggi e nelle tematiche toccate con molta intelligenza. Questo non è un film contro Berlusconi, ma più che altro credo si possa interpretare come una fotografia in bianco e nero con poche sfumature all'interno della società moderna italiana, la quale si mostra in una fase di decadenza assoluta, e perciò questo lavoro di Gandini sembrerebbe più un accusa o un avviso a questa Italia che è stata soggiogata e manipolata dalla cosiddetta rivoluzione culturale che a scapito del nome che potrebbe ispirare un qualcosa di positivo è senz' altro uno dei motivi che rendono questo paese ciò che è; luogo di adorazione, ammirazione e idolatrazione di gente senz' altro intelligente che mantiene nelle proprie mani gran parte del potere
attraverso un sistema sporco, immorale e nella quasi totalità dei casi illegale con al loro cospetto un popolo che vede in quella scatola magica un miraggio, un sogno e una possibilità.
Nel film vediamo sfacettature per loro stessa amissione, di queste persone come il Lele Mora fascista, il Corona che interpreta un Robin Hood de noi artri che ruba ai ricchi per dare a se stesso o un Berlusconi che nelle sue apparizioni politiche non fatica a dimostrare modestia rispetto alle sue capacità imprenditoriali assolutamente fuori contesto.
Sono molti altri i temi trattati come la censura, il potere mediatico di Berlusconi da lui spesso attribuito paradossalmente alla sinistra e il show business.

L'Italia ormai è una repubblica delle banane, chi vuole restare in Italia almeno cerchi di non guardare troppa TV, legga qualche giornale estero e cominci un po' a capire, vedendola da fuori, com'è veramente la realtà, ma sopratutto leggere, studiare e farsi un istruzione, crearsi un concetto di vità che vada ben oltre il semplice materiale o futile ma che permetta di ottenere serenità nella semplicità.

Prima di rimandarvi al prossimo post vi lascio alla visione del trailer del film senza censura.



1 commento:

  1. Che posso dire? Quanto era bello chiudere gli occhi, le orecchie a quello che stava succedendo intorno a me, nel mondo, quando ero laggù in Australia, Nuova Zelanda! Non preoccuparmi di niente. Soltanto di me, di dove andare, cosa mangiare... E non guardavo la tv. E anche quando sono tornata un mese fa mi sono rifiutata per giorni di accendere quella scatola che potrebbe essere un bellissimo mezzo d'informazione, che però in questo paese meraviglioso è tutt'altro. Quanta apertura, curiosità di conoscere ho incontrato durante il mio viaggio. Quanta ignoranza e soprattutto indifferenza che mi si è (ri-)presentata al mio ritorno. Amo questo paese. L'ho scelto come casa mia, anni fa. Ho una parte delle mie radici qui. Ma quant'è difficile identificarmi con questa cultura con cui mi devo confrontare. Quanto stupore da parte mia quando sono arrivata in Italia sull'atteggiamento della gente, su quello che vedevo sui canali televisivi, sul modo di esprimersi della gente, sulla negatività, ignoranza e troppo spesso, e ancora più peggio, l'indifferenza verso quello che sta succedendo. Questo stupore ormai si è mischiato con, non posso neanche dire rabbia, no è una tristezza enorme quella che ti sale su. Quante volte mi chiede la gente: ma all'estero cosa pensano di noi, di Berlusconi? E non so neanche dove iniziare. Rispondo: niente di buono... E abbasso lo sguardo pensando: ma è qui che voglio crescere i miei figli? Con i valori che vengono insegnati loro in questo paese, sotto la dittatura dell'attuale presidente, sotto la volontà di un popolo bue di seguire un'altra volta un nuovo duce? Ma la storia si deve sempre ripetere? L'essere umano è incapace di imparare, di superare se stesso? In effetti non è Berlusconi che mi fa paura. E' un uomo, purtroppo, molto intelligente e furbo, un'uomo d'affari, che si nasconde dietro la maschera del pagliaccio del popolo. E' la gente che mi fa paura. Io avevo deciso di chiudere gli occhi per la durata del viaggio, loro hanno deciso di chiudere i sensi per quanto tempo?
    Ma una cosa la voglio sottolineare. Sono tutti, sia i suoi sostenitori sia i suoi avversari, a dargli tutta la loro, la nostra, attenzione sempre. Ed è quello che vuole, sia nel bene che nel male. Perché è questo che lo rende onnipresente ed onnipotente. Siamo noi a dargli la necessaria energia sempre e sempre ancora per farci manipolare, per fargli fare quello che vuole. Ed è una cognizione non facile da accettare. Perché ci viene naturale volerlo combattere, fare presente la realtà ai nostri vicini. Ma forse è ora di deviare la nostra attenzione, via da lui, a chi potrebbe dare una svolta alla condizione attuale dell'Italia. Forse è ora di spostare la nostra energia su possibili strade nuovo, persone abili, sui valori positivi di questo popolo. Perché sono convinta, più diamo attenzione ed energia a tutto ciò che è negativo più lo aiutamo a crescere. E lo sto dicendo a me stessa. Perché sono la prima a bestemmiare, a voler far aprire gli occhi a tutti gli ignoranti. Ma facciamolo proponendo nuove vie, con aria positiva. Facciamo capire, al contrario di quello che fa la televisione, che non vince chi urla più forte.

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